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18-03-2024
Spazio Prossimale
Spazio Prossimale Spazio Prossimale intende promuovere un modello che metta al centro le persone, il loro benessere e l′intenzione è di farlo accompagnando la persona proprio in quello spazio che è rappresentato dalla terapia e da qualsiasi altro intervento mirato al raggiungimento del benessere psicofisico. Sostenendo, accompagnando, promuovendo l′espansione del Sé in maniera concreta ed efficace, rispettosa del suo tempo e coinvolgendo l′interezza della persona. Lo facciamo partendo da due assunti teorici di base. Il primo prende spunto dall′idea di Lev Semènovic Vygotskij secondo cui lo sviluppo psicologico accoglie, facendosene anche guidare, le influenze dell′ambiente socio-culturale in cui l′individuo vive; pertanto si apprende anche dall′esperienza. Pensiero centrale è la zona di sviluppo prossimale che spiega come la comprensione e l′acquisizione di esperienze si svolga grazie all′aiuto degli altri; questo concetto definisce la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale che può essere raggiunto con l′aiuto degli altri; la zona di sviluppo si amplia includendo quella che era la zona di sviluppo prossimale e al di fuori della zona di sviluppo attuale, si crea una nuova zona di sviluppo prossimale da espandere. Vygotskij sostiene che: <>. Così intesa, può essere vista come la situazione di un paziente che si rivolge ad un terapeuta perché necessita di una guida, di un sostegno, di qualcuno che lo aiuti e che allo stesso tempo gli dia le basi per poter divenire autonomo. Il paziente impara dal terapeuta che agisce in un percorso di crescita e sviluppo continuo, di cambiamento dove la persona vive pienamente un ruolo di centralità nei suoi processi di rinnovamento. Il terapeuta, così come un genitore, individua la situazione attuale del paziente ma anche la successiva fase di sviluppo verso la quale la persona potrà essere accompagnata. Il terapeuta, inoltre, si relaziona con il pz con una prospettiva di crescita potenziale guidandolo nel suo migliore percorso e questi si riconoscerà responsabile della propria condizione esistenziale e della possibilità di modificarla. L′apprendimento per imitazione ha una parte importante, in quanto non solo considerata come attività ripetuta, ma anche attivazione di meccanismi autonomi che si basano su un modello funzionale proposto. Lo svolgimento di una prova, mobilita competenze già acquisite e favorisce un ulteriore movimento delle competenze da riorganizzare per arrivare ad un ulteriore movimento poco o mai sperimentato prima. Il secondo assunto che motiva la nostra visione è rappresentato dalle teorie del modello NeoFunzionale (Luciano Rispoli). Il corpo è presente all′interno della relazione terapeutica, nei suoi processi di comunicazione, va oltre gli aspetti verbali, simbolici, o fantasmatici. Il corpo esiste nei silenzi, nel tono di voce, nei movimenti, nelle posizioni che il terapeuta assume rispetto al paziente all′interno del setting. La psicologia Funzionale ritiene importante guardare alla persona nella sua unitarietà, complessità e, nello stesso tempo, concretezza e pluralità di piani e livelli su cui operare. Il Sé esiste come un insieme di Funzioni; un insieme organizzato di Funzioni che determinano l′identità della persona; un′organizzazione che permette all′organismo di creare schemi e rappresentazioni su tutti i piani psico-corporei e dei processi che li caratterizzano nella sua interezza e globalità. La psicoterapia è un processo che si sviluppa per fasi differenti e nelle quali si diversifica il rapporto transferale, la relazione tra terapeutica, gli obiettivi parziali, e si differenziano anche le modalità terapeutiche messe in atto. La persona può interrompere i suoi corto circuiti, appoggiarsi pienamente senza doversi preoccupare dell′altro, senza dover "ricambiare", senza dover tenere il filo degli avvenimenti. Rappresenta la possibilità di potersi affidare pienamente e di "ritornare" così ad un "prima" che si strutturassero alterazioni, sconnessioni, rigidità; tornare ad un senso "profondo" dove si trovano condizioni di integrazione tra le varie Funzioni del Sé e condizioni di mobilità vitale. Si può pensare ad un progetto terapeutico complessivo e ad una serie di percorsi adattati in modo preciso a ciascuna configurazione del Sé. Il modello teorico di riferimento si basa sull′approccio della Psicologia Funzionale (Luciano Rispoli, 1994) e si rifà al paradigma della complessità che aiuta a concepire l′unità/molteplicità della persona basandosi sui concetti di Funzione e di Organizzazione. Le Funzioni sono le componenti del Sé dell′individuo; sono connesse ad una polarità e possono talvolta mostrare delle alterazioni. Tali Funzioni sono tutte presenti fin dalla nascita e sono originariamente integrate tra di loro; successivamente, nel percorso evolutivo si complessificano e si ibridano, dando origine ad una sempre maggiore diversificazione e complessità organizzativa. Le Funzioni del Sé sono organizzate in modo tale da rispondere efficacemente all′ambiente. Tali esperienze sono fondamentali per lo sviluppo del Sé del bambino e sono chiamate Esperienze di Base del Sé (Rispoli, 2004). Ogni Esperienza di Base del Sé (EBS) è definita da una particolare configurazione di Funzioni posizionate in una precisa gamma. Quando una EBS non è vissuta per un tempo sufficiente al suo completo sviluppo o in modo adeguato, insorgono delle alterazioni nelle Funzioni che la costituiscono. La ricostruzione delle Esperienze Basilari è un processo intenso di "nutrimento", nel quale la continuità del Sé e delle sue esperienze positive trova la possibilità di ristabilirsi e di ristabilire benessere. Obiettivo generale dell′intervento Funzionale è il riequilibrio del Sé che avviene tramite la mobilizzazione, la riarmonizzazione e integrazione delle Funzioni. In terapia si ha la possibilità di rivivere quelle Esperienze di Base non vissute in modo adeguato nella vita e che nella mancanza hanno causato alterazioni emerse nella diagnosi, avendo la possibilità di integrarsi, riarmonizzarsi e di mobilizzarsi. Il terapeuta dovrà essere ridondante, ripetere più volte le tecniche e le istruzioni, insistendo su suggerimenti che possono aiutare il paziente a modificare i suoi Funzionamenti di Fondo, aggiustandoli nel corso dell′intervento e sostenendo con il Sé Ausiliario quelli più carenti. Le modalità stesse di intervento si rivolgono a tutti i piani psico-corporei che costituiscono il Sé. La Psicoterapia Funzionale recupera i Funzionamenti di Fondo che si erano persi o alterati nello sviluppo evolutivo del soggetto. Scopo principale, quindi, è recuperare le Esperienze di Base del Sé, Funzionamenti di Fondo da adulti, che la persona non ha pienamente vissuto e sviluppato, al fine di riappropriarsi di un senso più profondo del vivere. Se le Esperienze di Base non sono aiutate dall′ambiente familiare e sociale a restare aperte e positive in varie situazioni, finiranno per restare carenti o per alterarsi, e non si svilupperanno come capacità nell′adulto. La terapia Funzionale può essere definita "direttiva", poiché il terapeuta, nelle fasi iniziali, si assume totalmente la responsabilità dell′andamento della relazione terapeutica, prende pienamente in carico il paziente, dal momento che questi non conosce i processi terapeutici e non può stabilire quello che è utile e quello che non lo è; quindi, è il terapeuta che deve sapere verso quale direzione ed in che modo portare il paziente a recuperare i funzionamenti carenti. Infatti, il Sé Ausiliario ricopre quelle Funzioni che non sono ancora integrate e aperte nella persona ed è il terapeuta che lo aiuta nelle parole, nei movimenti, nel respiro. Il terapeuta fa da sostegno ma anche ciò che il paziente ancora non riesce a fare da solo: ad es. il terapeuta può dire ciò che l′altro ancora non riesce ad esprimere, può ripetere quanto detto dal paziente con un tono di voce integrato alle emozioni che stanno emergendo, può eseguire movimenti di forza calma. Ed il paziente modula le sue capacità che emergono in seduta. Il terapeuta è un Sé Ausiliario che guida il paziente verso una nuova strada con la sua presenza attiva ed il suo supporto, attraverso l′uso della voce, della prossemica e dei movimenti.